Il Museo Etnografico e del Cotto di Castel Viscardo è un’antenna dell’Eco Museo del Paesaggio Orvietano e fa parte del cosidetto “Sentiero della Creta” che collega i borghi limitrofi, accomunati da una secolare tradizione nel campo della manifattura laterizia. Lo scopo del museo è quello di far conoscere e promuovere questa forma di artigianato, preservare la storia secolare dei fornaciari e valorizzare il legame profondo che quest’arte intrattiene con la cultura materiale locale. Al piano terra la struttura si compone di una sala conferenze in cui si possono ammirare foto, filmati e documenti storici sulla produzione del mattone di Castel Viscardo, e di uno spazio dedicato alla ricostruzione fedele dell’ambiente di lavoro della fornace, dove è possibile familiarizzare con tutti gli attrezzi necessari al lavoro del fornaciaro. In questa sala si trovano inoltre pannelli esplicativi e istallazioni che approfondiscono episodi della storia delle fornaci e riproduzioni di ceramica locale prodotta a partire dal XVI secolo.

Il piano superiore del MUSEC ospita inoltre la mostra “Il Volto del Passato”, concepita con l’intento di far conoscere al pubblico i reperti rinvenuti presso il territorio di Castel Viscardo. I manufatti provengono dalle due più importanti realtà archeologiche locali, ovvero la necropoli etrusca delle Caldane e il sito di Coriglia.

Del sepolcreto vengono esposti integralmente i corredi delle tombe n°22 e n°23: la prima relativa a un personaggio maschile datata sul finire del primo quarto del VI sec. a.C., deposto con le sue armi e con un ricco corredo ceramico; la seconda relativa alla metà del VI sec. a.C. e appartenente invece a una bambina, corredata di una parure di piccoli oggetti ornamentali tra i quali un anello d’argento decorato e una pregiata suppellettile in bronzo.

La sezione dedicata agli scavi di Coriglia consente di conoscere una realtà archeologica estremamente affascinante e complessa poiché attualmente ancora in fase di indagine. In quest’area della frazione di Monterubiaglio tutti i fenomeni di antropizzazione sono stati storicamente condizionati dalla presenza di sorgenti termali: i reperti attestano una occupazione di oltre 2000 anni, dalla fase etrusca a quella medioevale. A testimonianza della stratificazione delle civiltà che hanno lasciato il proprio segno sul territorio, si possono ammirare al MUSEC una fibula in bronzo a sanguisuga (il reperto più antico finora rinvenuto), buccheri grigi, ex voto in bronzo e terracotta, ceramiche a vernice nera e un ricco repertorio di apparati decorativi e tessere di mosaico. Di grande interesse inoltre un gruppo di reperti legati alla cura del corpo e alla cosmesi, come pinzette e aghi crinali. Durante le su ultime fasi di vita il sito di Coriglia è stato convertito ad uno scopo prevalentemente produttivo, come attesta l’impianto di una fornace per la cottura dei mattoni risalente alla fine del IV sec. d.C, la più antica del territorio di Castel Viscardo, a testimonianza che questo tipo di attività artigianale getta le sue radici fin nella storia più remota di queste colline.